In occasione della Giornata della Prevenzione Alcolica, la Società Italiana di Gastroenterologia e Endoscopia Digestiva (SIGE) si unisce alle iniziative globali per aumentare la consapevolezza sui rischi legati al consumo di alcol, compreso il vino, specie fra i giovani, per evidenziare le conseguenze anche di un consumo moderato sulla salute del fegato e quindi sullo sviluppo di epatopatie, sia acute che croniche. L’alcol è uno dei principali fattori di rischio per la salute a livello globale e la sua influenza sulla funzione epatica è di particolare rilievo. “Anche quantità moderate di alcol possono danneggiare il fegato o accelerare la progressione di malattie epatiche già presenti come la steatosi epatica non alcolica, fino alla cirrosi e al cancro del fegato”, afferma la prof.ssa Carmelina Loguercio, Docente presso l’Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli.
In Italia, il consumo di vino è spesso percepito come una parte integrante dello stile di vita, ma è essenziale riconoscere che nessun livello di consumo alcolico può essere considerato completamente sicuro per la salute. Studi recenti indicano che anche piccole quantità di alcol possono avere effetti deleteri a lungo termine, soprattutto se il consumo inizia in giovane età. I dati pubblicati ieri Osservatorio Nazionale Alcol dell’Istituto Superiore di Sanità (Ona-Iss) confermano questa preoccupazione: nel 2022 circa 8 milioni di italiani di età superiore a 11 anni (pari al 21,2% degli uomini e al 9,1% delle donne) hanno bevuto una quantità di alcol tale da mettere la propria salute a rischio.