Il morbillo è fra le patologie di natura infettiva più contagiose, che si sviluppa nel soggetto non immune quando l’organismo entra in contatto con gocce di saliva infetta con il morbillivirus. Nonostante per il morbillo vi sia stata fino a ora una copertura vaccinale adeguata (maggiore del 90%), oggi i casi di morbillo sono in aumento in Italia e in Europa, probabilmente sia a causa del calo delle vaccinazioni, che a causa della circolazione di un ceppo di virus mutato, di più difficile identificazione con i test molecolari in commercio. Il morbillo interessa in particolar modo i bambini, ha una durata contenuta (10-20 giorni) e abitualmente non presenta sintomi particolarmente severi. Inoltre, chi ha contratto questa infezione risulta immunizzato per tutta la vita e non deve temere di incorrere in nuovi episodi. I sintomi del morbillo sono analoghi a quelli influenzali: tosse, occhi rossi, naso che cola, febbre fino a 40°, eruzioni cutanee rosse (dapprima sul volto, poi collo quindi su tutta la superficie corporea).
La vaccinazione contro il morbillo viene erogata in forma del complesso vaccinale MPR (trivalente), contro morbillo, parotite e rosolia, o in forma quadrivalente (MPRV: morbillo, parotite, rosolia e varicella), che è la forma a oggi raccomandata dal Sistema Sanitario Nazionale. Il vaccino anti MPRV è obbligatorio dal 2017 (decreto-legge 73/2017) per tutti i nuovi nati. La somministrazione è prevista in due dosi: la prima nel secondo anno di vita, la seconda dose di richiamo intorno ai 5-6 anni. La vaccinazione è raccomandata a tutte le persone a qualunque età che non abbiano effettuato il vaccino e non abbiano contratto una o più di queste patologie. Unico criterio di esclusione dalla vaccinazione sono le malattie caratterizzate da grave immunodepressione.